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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), VI, 20
 
originale
 
20. Sic turris illa prospicua vaticinationis munus explicuit. Nec morata Psyche pergit Taenarum sumptisque rite stipibus illis et offulis infernum decurrit meatum transitoque per silentium asinario debili et amnica stipe vectori data neglecto supernatantis mortui desiderio et spretis textricum subdolis precibus et offulae cibo sopita canis horrenda rabie domum Proserpinae penetrat. Nec offerentis hospitae sedile delicatum vel cibum beatum amplexa sed ante pedes eius residens humilis cibario pane contenta Veneriam pertulit legationem. Statimque secreto repletam conclusamque pyxidem suscipit et offulae sequentis fraude caninis latratibus obseratis residuaque navitae reddita stipe longe vegetior ab inferis recurrit. Et repetita atque adorata candida ista luce, quanquam festinans obsequium terminare, mentem capitur temeraria curiositate et: "Ecce" inquit "inepta ego divinae formonsitatis gerula, quae nec tantillum quidem indidem mihi delibo vel sic illi amatori meo formonso placitura",
 
traduzione
 
?Cos? quella torre provvidenziale assolse il suo profetico incarico e Psiche non indugi?, raggiunse il promontorio del Tenaro, prese con s? le monete e le ciambelle secondo le istruzioni ricevute, discese lungo la strada infernale, oltrepass? senza dir parola l'asinaio zoppo, diede al nocchiero la moneta per il traghetto, fu sorda al desiderio del morto che galleggiava, non si cur? delle insidiose preghiere delle tessitrici, plac? con la ciambella la rabbia spaventosa del cane e, infine, giunse alla dimora di Proserpina. ?Qui rifiut? il morbido sedile e il cibo squisito che l'ospite le offerse ma sedette umilmente ai suoi piedi si content? di un pane scuro, poi rifer? l'ambasciata di Venere. ?E senza indugio prese la scatola, in gran segreto riempita e sigillata, fece tacere le bocche latranti del cane con l'inganno della seconda ciambella, consegn? al nocchiero la moneta che le era rimasta e risal? dall'inferno con passo assai pi? leggero. ?Ma dopo aver rivista e adorata questa candida luce, bench? avesse fretta di portare a buon fine il suo mandato, fu assalita da un'imprudente curiosit?: 'Sono proprio una sciocca' si disse: 'porto con me la divina bellezza e non ne prendo nemmeno un pocolino, non foss'altro per piacere di pi? al mio bellissimo amante' e, detto fatto, apr? la scatola.
 

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